DI VIGNA E DI RONCHI…

No, non stò dando i numeri, anzi, oggi, primo di aprile sono soddisfatto. Ieri, in un baleno, il Signor Giuseppe Chiesi (indicatomi da Massimo Lucchinetti), ha trascritta e poi tradotta dal latino, la pergamena del 1478.
I lavori del sito volgono al termine, hanno contribuito a far passare ancora più celermente questo inverno eccezionalmente mite e quasi senza neve, e domenica 24 il tutto sarà presentato all’Assemblea Patriziale del consuntivo.

Ma torniamo al titolo e, tra il serio e il faceto, scriverò dell’uva ad Airolo. Ne è stata piantata in diversi posti, a mia memoria la prima la vidi nella serra del giardino dell’Hôtel Lombardi, dove il Signor Gilo (Virgilio Dotta sen.), l’aveva posta in quell’ambiente quasi esclusivo ed era anche cresciuta bene.
Poi Lauro Pini la piantò nel piccolo orto di casa sua sita sul möt Camoz (Camozzi), dove c’è anche la Casa Comunale. Ebbene, anche lo scorso autunno questo ceppo produsse alcuni grappoli d’uva. Ne provai due acini, erano discretamente dolci!
Gionata Pervangher, nel grande giardino della sua bella casa sul möt d’Quartina, ne ha messo un filare intero, cresce rigogliosa e in pieno sole.

Ma la vera “Vigna” si trova in cima ai prati di Lüina ai piedi del Draon, nei terreni di “chi d’Stòfal”. La posizione è ottima, la quota tocca i 1320 m (e supera quella di Visperterminen!), ma viene il dubbio che, anche se il nome sia adatto, la realtà non lo sia troppo per piantarvi questo… diletto arbusto! Anche se sulla foto del Gabler nel 1879 si vede una Fopa d’Vèn vasta, pulita, adatta e quasi ideale, per farci un bel vigneto.
Avendo visitati i vigneti poschiavini dopo Tirano in Valtellina, i nostri pendii sono ancora assai abbordabili. Laggiù invece, scalinate, muretti e muraglie, insomma un territorio molto irto che, se non fosse stato grazie all’uva, sarebbe rimasto solo un “zapél”, (gerbidi).
Per decreto Napoleonico comunque, quei vigneti appartengono ai poschiavini che trasportano l’uva da vinificare a casa loro senza versare alcun dazio.

Napoleone aveva anche previsto che la Valtellina restasse nella Lega Grigia e diventasse Svizzera. Non fu accettata poiché di religione cattolica…! Cose da pazzi, un simile territorio doveva assolutamente rimanere grigionese. Se poi assieme avremmo trovati un Don Abbondio o anche una Monaca di Monza di Manzoniana memoria, avrebbero avuto tutti posto e spazi a sufficienza!
I vigneti sulla scogliera delle Cinque Terre sono invece posti su stretti spazi terrazzati, in un territorio quasi verticale servito da mini funicolari che, per ripidità, fanno arrossire la nostra del Ritom. Con quei carrelli si effettuano laggiù tutti i trasporti compresa l’uva da vendemmiare che dà poi, oltre ad un gran vino autoctono, anche il liquore “tira e molla”.

Tutto questo per dire che, come territorio ne avremmo anche noi di quello buono per impiantarvi i vigneti, ma dovremo attendere ancora qualche, o parecchi gradi di riscaldamento planetario poiché al Runc dét Mintian in Valle Canaria (1634 m.), oppure a quell’altro Runc sul sentiero del Segantino a quota 1300 ca, o al Runcasc dei Pilotti a quasi 1400 m, nonostante il nome assai promettente, essendo anche tutti siti all’ovi, (a bacìo), dovremo aspettare ancora parecchio tempo prima di piantare la vite e farci vendemmia!


Testo di Renzo Tonella