LE 2 VALANGHE

QUAND I LÜIN I S’INCUNTREVAN AL TASIN

Sembrava poco credibile quello che ci raccontavano i nostri Vecchi: La valanga della Vallascia e quella del Sasso della Boggia, a seconda della quantità e della qualità della neve, riuscivano persino ad incontrarsi al fiume.
A loro volta quello che ci raccontavano, lo avevano sentito dai loro Vecchi quando alla sera, attorno alla pigna, le donne facevano maglia o calza, e gli uomini raccontavano le cose ed i fatti della famiglia o del paese. Così, senza tv, si tramandava la memoria!

Dal Sasso della Boggia una valanga fredda, seguendo pascoli e valloni potrebbe, raggiungere la Val Nant. Da lì ad arrivare al fiume sarebbe anche possibile. Guasterebbe la zona artigianale e forse non farebbe vittime.

Poi siamo entrati in possesso delle due foto scattate attorno al 1850/60, in ogni caso prima del 1870, data d’inizio dei lavori di scavo della galleria della Gotthardbahn (1870-1882), dal fotografo Gabler di Interlaken ed abbiamo capito quanto fosse stata vera anche quella voce!

Airolo si presenta infatti senza alcuna difesa dalle valanghe, il muraglione fu costruito dal 1899 al 1905, dopo la frana del Sasso Rosso del 28.12.1898 e quei lavori compresero altre opere accessorie tra cui la sistemazione dell’avvallamento ai piedi della Vallascia con l’incanalamento dei riali siti a nord del paese, compreso quello della Vallascia che fu deviato definitivamente verso levante, al “Böcc di Chiavai”, dove esisteva già il passaggio sotto alla ferrovia, e poi al fiume.

Sulle stampe del ‘700 invece, si nota il Riale della Vallascia scendere diretto nel suo alveo, nei prati di “Rongie” (quartiere Tenconi), ad est del nucleo storico di Airolo che (dato il grande pericolo di valanghe), terminava dopo poche case site oltre il vecchio cimitero (l’attuale posteggio alla Chiesa), vedasi anche l’acquarello Escher.

Le necessità di sviluppo del paese, nel XVIII secolo, obbligarono la nostra gente a superare quel limite invalicabile e da quando, nel 1810 la Famiglia Motta costruì il nuovo albergo (ora casa Grassi), tanti altri concittadini la seguirono edificando la parte nuova del paese nei prati verso il nuovo cimitero. Tutti però direttamente sotto alla Vallascia che, il 28.12.1923, valicò il muraglione e li riempì di neve!
Tutti noi ricordiamo poi il tragico febbraio 1951, ed il grosso spavento in quello del 1984.

Tornando alle due foto storiche, si notano nella vasta campagna di Airolo una miriade di stalle dove la nostra gente raccoglieva il foraggio per governare il bestiame il più possibile fuori dal nucleo, ma per l’inverno poco lontani da casa, anche per evitare i trasporti di fieno sino alle stalle “da chiè” e poi il susseguente sgombero del letame verso i prati.
Nel capitolo del settore primario presentiamo gli stalloni costruiti dal 1970 in avanti un po’ ovunque nel comprensorio comunale.
Nessun lontano paragone regge il confronto degli stabili, ma neanche lo sviluppo stesso delle vacche che oggi non passerebbero nemmeno dall’ “üss d’zutint”!

Quelle tante piccole stalle che sono rimaste sepolte sotto la frana del Sass Ross, avevano tutte all’esterno due “curniss”.


Testo di Renzo Tonella